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Nuovo patto sulla scuola

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36-ore-scuola1È di qualche giorno fa la notizia di nuovo patto sulla scuola, e la cosa m’interessa alquanto, visto che da qualche anno, dentro la scuola ci sono anch’io. Mi piace definirmi #liberaprof, non solo per il mio modo di approcciare la vita scolastica, ma anche perché la parola “precario” mi è piuttosto antipatica.

A quanto ho letto su Repubblica, il nuovo patto sulla scuola propone, sostanzialmente:

–       un orario di 36 ore per gli insegnanti

–       taglio del 5^ anno delle superiori (che orrore)

–       supplenze brevi affidate agli insegnanti di ruolo e considerate parte del loro lavoro e non più affidate ai supplenti (orrore bis)

Ora, avrete già capito come la penso: secondo me non c’è nulla da scandalizzarsi per le 36 ore. Sarà che nei 10 anni di vita d’azienda fatti prima di approdare a scuola ne facevo minimo 45 (escluse trasferte che nel mio caso avevano un compenso ridicolo) per uno stipendio solo leggermente superiore, ma non vedo cosa ci sia di tanto scandaloso a stare al lavoro 36 ore, come fanno tutti i dipendenti pubblici. E poi è già stato annunciato che non sarà obbligatorio e che quelle in più saranno ore retribuite… eccomi, sono pronta :-)!

Diciamo pure che 36 ore, quando ho una supplenza con una cattedra completa, le faccio già se si considerano la preparazione delle lezioni e la correzione dei compiti, ma credo che stare a scuola di più significherà avere del tempo per condividere con i colleghi i percorsi intrapresi, scambiare materiali, idee, competenze, realizzare e gestire magari qualche progetto o laboratorio, offrire aiuto per i compiti ai ragazzi che ne hanno bisogno perchè gli istituti saranno aperti anche di pomeriggio. Credo, in sostanza, che la scuola potrebbe diventare migliore. E’ giusto che in quelle ore si possa fare il lavoro che normalmente si fa a casa e, dunque, correggere e preparare le lezioni, in particolare per chi lo fa davvero (come i prof di lettere, matematica, lingue e di sicuro molti altri…) sarà finalmente una parte riconosciuta del lavoro … Sono un’illusa? Può essere, ma in ogni caso continuo a non scandalizzarmi.

Certo, la maggior parte degli insegnanti (non tutti per fortuna…) darà sfoggio dello sport più praticato nelle sale insegnanti di tutta Italia: la lagnanza a oltranza, senza se e senza ma.

Credo che ogni insegnante, prima di entrare a scuola, dovrebbe sperimentare lavori di altro genere, mentre il più delle volte l’iter è diverso: si esce dall’università e si sale in cattedra peregrinando tra una supplenza e l’altra, ma senza aver visto nulla del restante mondo del lavoro, per esempio il mondo aziendale e quello della libera imprenditoria, senza avere la minima idea di cosa significhi avere un’attività privata, cioè, per eccellenza, in Italia, un lavoro di serie B. Sì, quello senza tutela alcuna, quello che se perdi uno, due o tre clienti sono solo problemi tuoi, quello che se hai dei figli non hai la maternità pagata, né l’aspettativa, e se perdi il lavoro gli ammortizzatori non esistono. Non dico che la scuola debba diventare una giungla, per carità, e nemmeno che i prof non facciano gavetta (anzi, la strada è lunga e molto tortuosa), ma non è giusto che ci siano lavori super-tutelati e pieni di innegabili vantaggi e altri senza alcuna tutela.

Oggi c’è davvero chi nella scuola lavora ben più di 36 ore e c’è chi invece adopera i pomeriggi per attività extra, come ad esempio tanti insegnanti  di educazione motoria o di musica che fanno corsi e lezioni private e che quindi usano le ore pomeridiane per “arrotondare”. Buon per loro, ma è giusto che chi lavora di più all’interno delle mura scolastiche venga riconosciuto.  Ah no, scusate, io non ho detto nulla… però non stupiamoci se poi la professione dell’insegnante non gode più della dignità di un tempo. Quando dici che insegni, scatta l’invidia sociale: hai tutto il pomeriggio libero e 3 mesi di ferie, che bella vita! In realtà a scuola c’è molto da fare, ma c’è chi lavora troppo (io stessa ne conosco molti) e chi fa scandalosamente solo 18 ore in classe più qualche pomeriggio di riunioni, eppure lo stipendio è uguale per tutti. Pare brutto iniziare a differenziare?

E non apro un ulteriore capitolo su motivazione e attitudine (oltre che competenza) nel lavorare con bambini e ragazzi, creare empatia, comunicare realmente con loro, ché ci sarebbe da scrivere un libro. Ma questa è un’altra storia, magari ci dedico almeno un post in futuro.

Ecco, questa è la semplice opinione di una povera prof precaria, che sta nelle graduatorie di istituto, cioè quelle dei supplenti che verranno abolite a breve perché le supplenze le faranno quelli di ruolo ( cosa non molto semplice da gestire eh…). Quindi in futuro probabilmente non sarò nemmeno più una supplente, e tanti saluti a tutti.

PS Non trovo molto sensata invece la proposta di tagliare l’ultimo anno di scuola superiore, né quella di tenere aperte le scuole fino alle 22, altra novità del nuovo patto: capisco un sostegno alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, ma a chi servono le scuole aperte fino a quell’ora? Mah, aspetto di capire qualcosa di più.

A breve vi parlerò di come si diventa insegnanti abilitati, lì un po’ di assurdità la vedo persino io e infatti non so per quanto tempo farò questo bel mestiere. Peccato, perché ci metto passione e lo farei anche per ben più di 36 ore!


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